Krishnamurti e meditazione (anteprima)

mercoledì 14 ottobre 2009

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Nella mia decennale e intensa strada di ricercatore e soprattutto “sperimentatore” della meditazione, ho scoperto, o meglio riscoperto di recente, un illuminante maestro che non reputo “mio” in quanto, dai suoi scritti e i numerosi discorsi tenuti in pubblico sino alla sua morte avvenuta nel 1986, è il primo a non ritenersi tale nei confronti degli altri. Ed è per questo che rispetto profondamente la sua scelta.

L’incontro avvenuto come al solito per caso (anche se non credo al caso) grazie alle pagine di un illuminante libro - “La Forza della Meditazione” di Daniel Goleman - che consiglio a chiunque si avvicini a tale pratica o a chi si ritenga già un esperto, mi ha permesso di porre fine alla ricerca della tecnica perfetta, la più facile da insegnare, la più efficace, la migliore insomma per me e per gli altri con cui ne condivido l’esperienza.

Caro lettore, la tecnica per eccellenza non esiste, esistono però molte strade che portano alla consapevolezza del meditare e una di queste è quella proposta da Krishnamurti e che mi permetto di presentarti in forma breve; se vorrai approfondire ti basterà scegliere nella bibliografia.

In questo mini-eBook ho voluto raccogliere l’essenza della vita e del pensiero più filosofico che religioso legato all’arte di meditare, una filosofia di vita che traspira dagli aforismi di un Essere Umano, non indù, non indiano, non buddista, ma semplicemente un Uomo che con i suoi disarmanti ed efficaci consigli ti rivela i segreti per imparare a meditare senza alcuna tecnica, senza metodi specifici e soprattutto senza difficoltà!

“Amici, non vi preoccupate di chi io sia; non lo saprete mai. Non voglio che accettiate nulla di ciò che dico. Non voglio nulla da nessuno di voi, non desidero la popolarità, non voglio la vostra adulazione, non voglio che mi seguiate. Dato che sono innamorato della vita, non voglio nulla. Queste cose non hanno molta importanza; ha importanza il fatto che voi obbedite e che permettete al vostro giudizio di essere pervertito dall’autorità. Il vostro giudizio, la vostra mente, il vostro affetto, la vostra vita, sono pervertiti da cose che non hanno valore, e proprio in questo risiede il dolore”.
J.K.

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